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PDL tradisce elettori e dice no all’abolizione delle province

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Giuseppe Timpone

Il Popolo della Libertà ha ieri tradito la promessa che aveva fatto agli elettori in campagna elettorale, quando si era impegnato a eliminare le province, una volta tornato al governo. Ieri l’ordine del giorno alla Camera prevedeva la presentazione di una proposta di legge da parte del leader Idv, Antonio Di Pietro, che all’art.1 eliminava la parola “province” dal Titolo V della Costituzione. Insomma, una proposta di legge per abolire le tanto inutili e costose province italiane. La proposta è stata sonoramente bocciata, con 225 no, 240 astenuti e solo 83 si. Hanno votato contro PDL e Lega, a favore solo Idv e Terzo Polo, astenuti PD e altri. Un’ennesima occasione persa per l’Italia. Certo, la proposta di Di Pietro aveva probabilmente solo l’obiettivo di fare rumore tra l’opinione pubblica, con il grosso limite di non essere stata concordata con nessuno. E in politica, se vuoi che una cosa venga approvata e se sei di un partitino di opposizione, devi trattare con i partiti maggiori. Questo è stato il limite “voluto” della proposta di Di Pietro, ma ciò non può nascondere l’altra grande realtà del voto: il Popolo della Libertà ha palesemente contravvenuto a un suo impegno elettorale.

La sfacciataggine di alcuni parlamentari del PDL è stata tale per cui qualcuno ha dichiarato che il partito si sia impegnato in campagna elettorale solo per una “razionalizzazione delle province”, cioè qualche piccolo taglio, di cui non abbiamo visto nemmeno l’ombra. In verità il PDL è contrario all’abolizione delle province, così come tutti gli altri grandi partiti del Parlamento italiano, perchè in quelle poltrone dimorano centinaia e migliaia dei loro uomini e quelle poltrone sono una fonte infinita di clientelismo.

Poi c’è il problema specifico della Lega, che negli enti locali ha il suo bottino elettorale, per cui un’eventuale eliminazione delle province sarebbe in contrasto con la sua stessa esistenza politica in ampie zone del Paese. E meno male che il PDL avrebbe iniziato ad avere un suo profilo autonomo, rispetto agli alleati leghisti. Il PDL non ha forse ben compreso la lezione delle ultime amministrative e pensa di risolvere tutto con la creazione di segreterie politiche e primarie future.

Se non interverrà seriamente nella riduzione degli sprechi e dei costi della politica e se non si atterrà al programma di governo, che prevedeva l’abolizione delle province, la batosta di un mese fa sarà stata solo l’inizio di una lunga storia.

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Giuseppe Timpone