Non c’è pace per i Paesi dell’Eurozona. Dopo l’arrivo dei nuovi aiuti per la Grecia, Standard & Poor’s ha reso noto di considerare il roll-over sui titoli di stato ellenici un “selective default”, di fatto deprimendo i mercati finanziari e allargando il differenziale dei rendimenti tra titoli periferici e quelli tedeschi.
Da ieri, anche il Portogallo è stato declassato a “junk”, ossia a “spazzatura”, dopo che l’agenzia di rating Moody’s ha deciso di abbassare il rating sui suoi bond da “Baa1” a “Ba2”, che equivale a un arretramento di ben quattro posizioni.
I motivi di tale scure su Lisbona, che da un mese ha ottenuto il varo di un prestito da 75 miliardi di euro da parte di UE e Fmi, stanno nella scarsa fiducia che il Portogallo possa risanare i conti, centrando l’obiettivo del deficit sotto il 3% nel 2013, partendo dal 9,1% attuale. Secondo Moody’s, il risanamento non sarà centrato e anche la crescita resterà più bassa del previsto, a causa dei problemi di sotto-capitalizzazione delle banche.
Il governo difficilmente potrebbe aumentare le tasse, come ha indicato nel piano di austerità, o tagliare spese come sanità e pensioni. Inoltre, afferma la nota dell’agenzia, nel 2013 il Portogallo non sarà in grado di tornare ad approvvigionarsi sui mercati finanziari, con l’altissima probabilità che sarà costretto a richiedere nuovi aiuti, facendo anche la fine della Grecia, con i titoli che dovrebbero essere rinegoziati dagli investitori su base volontaria, ma così non avendo la copertura dei cds (credit default swaps).
In poche parole, secondo Moody’s, Lisbona si prepara ad essere la seconda Atene e a questo punto trema anche Dublino.