La norma salva premier è stata ritirata ma questo non ha placato le polemiche che da ieri circondano l’esecutivo e il premier. Il giallo su chi abbia inserito le modifiche ai due articoli del codice di procedura civile, che avrebbero reso innocua la sentenza attesa a giorni sul Lodo Mondadori, resta irrisolto. Sembra che nessuno ne sappia niente, da Tremonti a Ghedini: la norma sembra sia apparsa quasi da sola. Di sicuro non l’ha inserita qualcuno della Lega che da ieri non fa altro che attaccare Berlusconi: Castelli, prima che la norma venisse cancellata, si limitava ad un no comment affermando di non poter “commentare ciò che non ho visto nè letto”.
Ma il ministro è l’esponente del Carroccio che tratta meglio il Presidente del Consiglio, perchè dal partito di Bossi ieri è arrivato un vero e proprio attacco al premier: da Salvini a Tosi non sono certo mancati i commenti duri. È andato giù pensante l’europarlamentare che dal suo profilo Facebook si domanda “Ma Berlusconi ci è o ci fa?”, per poi aggiungere ” Forse è meglio che pensi solo al Milan”. Duro anche il commento del sindaco di Verona che in un’intervista a Repubblica ha espresso la convinzione che la cancellazione della norma non è servita a cancellare anche la figuraccia fatta dal governo: “Ritirare una norma che era stata messa lì di soppiatto e a nostra insaputa non attenua la pessima figura rimediata dal presidente del Consiglio. Non doveva presentarla, punto”.
Tosi ha poi tenuto a precisare che se la norma fosse arrivata in Parlamento, i leghisti non avrebbero potuto votarla: “La norma avrebbe aperto uno scontro clamoroso dagli esiti imprevedibili e di certo non avremmo fatto come l’altra volta, quando il governo pose la fiducia per salvare Cosentino. So bene quanto malvolentieri i nostri la votarono”. Anche Maroni fa trapelare la sua contrarietà parlando di “vicenda che imbarazza” e prendendosela anche con Tremonti che doveva per forza di cose sapere della norma, visto che il decreto al Quirinale lo ha spedito lui. Il malumore leghista è espresso in maniera evidente dal titolo che campeggia oggi sulla prima pagina de “La Padania”: “Giallo Mondadori”, con sotto la classica copertina dei libri della casa editrice e come titolo “Il Lodo”.