Alfano ai suoi, garantire presenza in aula fino a ferragosto

Ieri si è avuta la prima riunione del gruppo PDL presieduta dal neo-segretario Angelino Alfano che, pertanto, ha dovuto superare il suo primo test da guida del maggiore gruppo parlamentare e del Paese. Al vertice, a cui era presente anche il Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, Alfano avrebbe spronato i suoi a dare il meglio nei prossimi venti mesi, perchè i sondaggi danno PDL e PD alla pari, per cui la vittoria nel 2013 è possibile. A patto, ha aggiunto il Guardasigilli, che il PDL si attenga ai valori fondanti e che respinga l’ostruzionismo delle opposizioni in Aula, garantendo la propria presenza fino anche a Ferragosto, se ciò dovesse essere necessario. Insomma, Alfano avrebbe strigliato il partito a evitare le assenze che nei giorni scorsi hanno determinato una sconfitta per il governo su una proposta dell’Idv, ma ancora peggio un brutto messaggio che si è mandato all’elettorato. Nell’esplicitare la sua linea politica, il segretario ha anche annunciato il varo del testo sul biotestamento, che sarebbe, a suo avviso, il giusto equilibrio tra le richieste dei cattolici e quelle dei laici, in quanto nessuno, ha aggiunto, deve poter dare o togliere la vita altrui.

Ma al di là delle chiacchiere, sarà oggi il primo vero test di Alfano, con la presentazione di Alfonso Papa alla Giunta per le autorizzazioni a procedere, in cui il deputato PDL dovrebbe presentare una memoria difensiva di circa dieci pagine. Come è noto, il Popolo della Libertà, dopo che la Lega avrebbe esplicitato la sua intenzione di concedere gli arresti, sarebbe indeciso sul da farsi. La tentazione di Alfano sarebbe di lanciare un segnale al Paese, concedendo gli arresti per Papa; un messaggio di severità che sarebbe avvertito anche dal partito e dai suoi dirigenti.

Tuttavia molti pensano nel PDL che si creerebbe un precedente e, quindi, poi il partito sarebbe chiamato a votare sempre sì per ciascun proprio membro inquisito. Serpeggia tra i banchi della maggioranza un’altra ipotesi, lanciata qualche giorno fa da Ignazio La Russa, ministro della difesa e uno dei tre coordinatori PDL, cioè, di un voto personale, di coscienza.

Certo, non sarebbe un segnale di unità per il partito, probabilmente, avvertito come ignavo dinnanzi a una questione così rilevante. Ma avrebbe l’obiettivo di determinare gli arresti di Papa senza che il PDL abbia ufficialmente deciso in tal senso. E le pressioni sul deputato affinché si dimetta sono forti. Magari in cambio di un no all’arresto.

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