Aborto spontaneo: rischio maggiore se il padre è fumatore

L’aborto spontaneo, quello stato fisico degradante e malsano che deteriora la madre fisicamente e psichicamente, è maggiormente in agguato se il padre del feto è un fumatore. Il rischio di aborto spontaneo, per un feto concepito con gli spermatozoi di un padre incline al fumo, ha una percentuale maggiore rispetto agli altri fattori di rischio. Questa rivelazione è stata ritrovata grazie a delle ricerche scientifiche ad opera degli scienziati del laboratorio di analisi genetiche del centro di medicina per la procreazione assistita “ProCrea” di Lugano. Lo studio scientifico è stato effettuato su 816 pazienti ed i risultati sono in presentazione al congresso annuale Eshre (European Society of Human Reproduction and Embriology).

Gli esperti hanno studiato gli effetti della frammentazione del DNA spermatico nei trattamenti genetici di fecondazione assistita, al fine di poter comprendere al meglio gli effetti che questa può avere sulla gravidanza e sul possibile rischio di aborto. Si tratta di test già eseguiti negli USA che hanno permesso di individuare una delle cause più probabili degli aborti spontanei. In effetti, è proprio il fumo che provoca una frammentazione profonda del DNA ed è quindi necessario trattare il padre tabagista con cure specifiche. Una possibile cura è una dieta a base di vitamina E che invita l’uomo a ridurre più rapidamente l’abitudine al fumo. Gli scienziati sono sicuri dei risultati dello studio, in quanto, sono stati confermati da innumerevoli esperimenti. Il fumo fa male alla salute del bambino già dal momento del possibile concepimento. Un ulteriore punto di forza per dire basta alla pericolosa abitudine di fumare: fa male a se stessi e soprattutto a chi sta intorno.

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