Ormai siamo agli sgoccioli, il 6 Luglio è la data scelta dall’Agcom per iniziare ad applicare la delibera sul diritto d’autore online, una norma che permette all’Authority con a capo Corrado Calabrò di travalicare l’autorità giudiziaria nella valutazione ed eventuale rimozione dei contenuti di qualsiasi sito web. La prima grande movimentazione contraria è nata col movimento Sitononraggiungibile (nelle scorse settimane sottoposto a misteriosi attacchi hacker insieme alla stessa Agcom) mentre da Agoràdigitale ne è nata un’altra, la “Campagna no alla censura” che promuove martedì 5 luglio a Roma una manifestazione denominata “La notte della rete”, durante la quale interverranno politici, giornalisti e blogger, contestando quella che secondo loro è una manovra ambigua che mira in realtà ad attentare alla libertà di espressione. Di fronte a questa massiccia mobilitazione, dall’Authority giungono notizie che il 6 luglio non ci sarebbe alcuna decisione definitiva e che ci sarebbe ancora il tempo per recepire indicazioni ed eventuali modifiche.
Marco Scialdone, avvocato specializzato nel diritto digitale ed attivista della protesta, parla di “soluzioni dannose e sproporzionate” che non offrono le stesse garanzie di una sede giudiziaria ma prova a crederci: “Se l’Autorità deciderà di rimandare l’approvazione accogliendo le nostre richieste ne prenderemo atto. Vorrà dire che avremo aiutato l’Autorità a tornare su di un sentiero di ragionevolezza“; mentre sembra non farsi illusioni Guido Scorza, considerato uno dei massimi esperti di queste problematiche: “C’è già stata una consultazione pubblica sulla linee guida pubblicate lo scorso dicembre, con almeno 50 osservazioni scritte, e numerose audizioni, ma a quanto pare di capire dalle parole di Calabrò, l’autorità non ha recepito alcun nostro suggerimento“. Dal canto suo il presidente Calabrò è fermo a dichiarazioni di alcuni giorni fa: “Abbiamo preso nota delle osservazioni esposte, che saranno tenute nel debito conto così come altre che sono pervenute e perverranno”
La proposta dell’Agcom piace invece alla “comunità dei 100 autori” un’associazione di oltre 400 artisti che parla di una premeditata “confusione” tra la libertà d’accesso alla rete e l’esigenza di tutelare il diritto d’autore. Anche il presidente dell’Anica (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali) Riccardo Tozzi è favorevole, e ritiene addirittura che vi sia una manovra in atto per “eliminare il diritto d’autore per l’utilizzo delle opere in rete”. Intervista da “Il Riformista” ha dichiarato: “la rete diventerà presto la principale sede di mercato, luogo di scambio di beni e servizi. Se nessuno dubita che l’auto acquistata su Internet debba essere pagata, perché film, musica o magari libri debbono essere scaricati gratuitamente?“.
Ma oltre alle opinioni di parte, numerosi giuristi stanno cercando di dare diverse chiavi di lettura. L’avvocato Andrea Lisi ritiene che la delibera “si schiera esclusivamente dalla parte dei produttori, dimenticando che il diritto d’autore non dovrebbe mai giungere a limitare le libertà costituzionali di espressione, di pensiero e di libera formazione culturale dei cittadini” mentre l’avvocato Gualtiero Dragotti pensa che “il nuovo testo non è poi così estremista come qualcuno l’ha descritto” anche se non ritiene infondati i rischi di penalizzazione degli utenti “comuni” anche a causa di “tempi di intervento e di contraddittorio troppo risicati“. Per Amedeo Barletta, esperto di diritto costituzionale europeo, il provvedimento conferisce “un potere eccessivo ad un’autorità amministrativa come l’AgCom che non risponde a requisiti e standard dell’autorità giudiziaria».
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=f6ykrS2lGN0[/youtube]
Sul fronte politico le opposizioni di centro e centrosinistra sono tendenzialmente contrarie, così come nei giorni scorsi ha fatto sentire la sua voce critica il Presidente della Camera Gianfranco Fini, mentre sul fronte governativo tutto sembra tacere, con l’unica eccezione del ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, che si è detta contraria ed ha scritto direttamente all’Authority, dichiarando tra l’altro: “Non si combatte offrendo la censura come unica risposta, ma garantendo un’offerta legale e adeguando gli strumenti in difesa del diritto d’autore alle nuove realtà con cui la Rete impone di fare i conti“.