Non è andata giù al presidente della Consob, Giuseppe Vegas, l’atteggiamento dell’agenzia internazionale di rating Standard & Poor’s, che la scorsa settimana, a mercati ancora aperti e sulla sola base di indiscrezioni di stampa, ha espresso un suo giudizio sia sulla manovra finanziaria che il governo si accingeva a varare, sia sulle prospettive di risanamento dell’Italia, che sono state poste in dubbio, alla luce della bassa crescita registrata.
Per questo, i titoli azionari ne hanno risentito negativamente, così come sui mercati finanziari, lo spread tra i nostri BTp a dieci anni e quelli tedeschi è balzato di cinque punti, passando a 187 punti base.
E poichè è compito della Consob vigilare sulla correttezza e regolarità delle negoziazioni dei titoli in borsa, il suo presidente ha deciso di convocare per ieri il responsabile di S&P per i contatti dell’agenzia con le autorità di vigilanza europee, Christopher Lake e l’ad di S&P Italia, Maria Pierdicchi.
Un faccia a faccia, in cui Vegas avrebbe chiesto spiegazioni sia sul merito che sul metodo della nota diffusa dall’agenzia, la quale, una volta tanto, si ritrova essa stessa oggetto di giudizio. Non è piaciuta, infatti, nè la tempistica e nè l’avere espresso un giudizio sulla manovra, che solo ieri è approdata al Quirinale, per riceverne la firma.
Di certo, ciò non potrà modificare il giudizio dell’agenzia, la quale basa le sue analisi, oltre tutto, su un fattore strutturale, quale appunto la bassa crescita italiana, che manovre a parte, rendono difficile lo smaltimento del peso del debito. Tuttavia, il richiamo di Consob potrebbe comportare un “modus operandi” più prudente e rispettoso delle regole, in Italia.