Bollo deposito titoli e conti correnti, idea vecchio materasso

Qual è la convenienza dei risparmiatori a mettere i soldi in banca? Non è il caso forse di tornare al vecchio e caro materasso? A porsi la domanda è la Federconsumatori che, in tempi non sospetti, ha denunciato più volte come nel nostro Paese i conti correnti siano i più cari d’Europa a fronte, tra l’altro, dell’introduzione, di recente, di veri e propri balzelli come la commissione di prelievo del denaro effettuato allo sportello.

E adesso, con la manovra triennale di correzione dei conti pubblici, messa a punto dall’attuale Governo di centrodestra, spunta anche la maxi-imposta di bollo applicata sul deposito titoli. Nel dettaglio, a meno di successivi emendamenti corretti al Decreto, allo stato attuale, nel 2013, l’imposta di bollo potrà arrivare fino a ben 380 euro annui a patto di avere un patrimonio sul deposito titoli pari ad almeno 50 mila euro. La novità è chiaramente tutt’altro che gradita a chi in banca ha i propri risparmi, magari quelli sudati di una vita, investiti in titoli di Stato, azioni e/o obbligazioni.

La differenza rispetto ai costi attuali è sostanziale visto che, ricordano all’unisono Adusbef e Federconsumatori, l’imposta sul deposito titoli è uguale a quella applicata sul conto corrente, ovverosia 34,20 euro all’anno o, se volete, 8,55 euro a trimestre. E sebbene i 380 euro si pagheranno nel “caso peggiore”, sotto i 50 mila euro di patrimonio, comunque, nel 2013 si pagheranno 150 euro, ovverosia oltre quattro volte l’imposta attuale. Insomma, per le casse dello Stato sarà tutto oro che cola!

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