Secondo l’agenzia, infatti, questo accordo aprirebbe la strada a perdite a carico dei detentori dei titoli, rendendolo un default selettivo, ossia riguardante solo una parte degli investitori finanziari, e parziale. Ad ogni modo, se si confermasse quanto inizia ad emergere, dice la nota, dalla proposta avanzata dalla Fédération Bancaire Française (FBF), allora l’agenzia non avrebbe altra strada che declassare ulteriormente il rating sui titoli ellenici, già oggi a CCC, portandolo a SD, una sigla che sta ad indicare proprio la ristrutturazione parziale del debito.
Dunque, il grande timore della BCE, che consisteva proprio nell’eventualità che accordi, seppur volontari con gli investitori, sarebbero stati considerati un default di fatto, si starebbe materializzando. A questo punto, sarà decisiva la reazione dei mercati, che avrebbero già scontato gli accordi, ma in apertura delle contrattazioni, l’euro risultava già in calo sull’ultima seduta, subito dopo che le agenzie avevano battuto le dichiarazioni di S&P.
Le reazioni più immediate potrebbero ripercuotersi negativamente sullo spread dei titoli periferici e semi-periferici dell’Eurozona, Italia compresa.