Fmi, domani inizia l’era Lagarde

Domani, Christine Lagarde si insedierà ufficialmente a Washington, bel ruolo di direttore generale, a cui è stata nominata la scorsa settimana dal board del Fondo Monetario Internazionale. Dal 1944, data della fondazione dell’istituto, sarà la prima donna a guidare la più grande istituzione finanziaria.

Il nuovo dg avrà subito parecchie problematiche da affrontare, prima di tutto il caso Grecia, che scuote i mercati finanziari mondiali, in particolare quelli europei. In qualità di ex ministro delle finanze di Parigi e componente del G20, che la Francia ha guidato proprio in questa fase difficile, la Lagarde sembra avere la carte in regola per potere analizzare al meglio la situazione di Atene.

Ma un’altra sfida che attende al passo la francese è la riorganizzazione interna all’Fmi. Dal 1944 a oggi, infatti, il direttore generale è sempre stato un europeo, in base a un accordo non scritto tra USA ed Europa, mentre il vice direttore è sempre stato un americano. Tuttavia, per la prima volta, Lagarde potrebbe nominare un vice non americano, si parla di Zhu Min, cinese, già consigliere del direttore generale. 

La Cina avrebbe appoggiato proprio la francese, in cambio della nomina di un suo uomo alla vice direzione generale e ciò rappresenterebbe un successo evidente per i cosiddetti stati Brics, che hanno fortemente osteggiato il rinnovo del patto tra le due super-potenze, richiedendo una nomina non europea.

Un ultimo dato, a cui Christine Lagarde dovrebbe porre attenzione è poi la richiesta di una maggiore separazione tra i vertici Fmi e la sfera politica. Il caso Strauss-Kahn ha, infatti, evidenziato l’opportunità di non avere dirigenti con aspirazioni politiche immediate, per evitare che il Fondo Monetario possa essere coinvolto in dinamiche che non gli sono proprie.

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