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E Alfano seppellisce le ambizioni di Tremonti

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Giuseppe Timpone

Con l’incoronazione a segretario del Popolo della Libertà, avvenuta due giorni fa all’Auditorium di via della Conciliazione, Angelino Alfano ha di fatto ridimensionato fortemente la figura e le prospettive dell’altro collega di governo, quel ministro Tremonti, che aspira ancora a succedere al premier (anche traumaticamente), nonostante non abbia l’apprezzamento di alcun esponente del governo e sia poco amato dalla sua stessa maggioranza. Aspira ad essere il cavallo di Troia interno al PDL, avendo sempre riscosso più simpatie tra i leghisti, che adesso hanno iniziato a mollarlo, comprendendo come sia proprio la politica del loro pupillo che ha allontanato parte dell’elettorato da PDL e Lega al nord, considerando il loro ministro dell’economia alla stregua di un Visco e di qualsiasi altro ministro prodiano. Insomma, Tremonti esce molto più piccolo in questa settimana, malgrado ancora abbia un peso specifico molto forte, con il varo di una manovra finanziaria che è tutta sua, non essendo stata sottoposta ad alcuna partecipazione di altri dicasteri, come è nel consueto stile tremontiano sin dalle origini.

Certo, il cavallo di Troia ancora potrebbe giocare le sue carte in un ipotetico scenario di crisi di governo, potendosi confermare il salvatore della patria, con i conti da riequilibrare e che solo lui può raddrizzare con mano ferma. Ma le chance anche in questo caso iniziano ad arretrare, se è vero che Alfano sta esplicitamente aprendo alla componente centrista del Parlamento, con la prospettiva di un ritorno a un’alleanza con l’UDC di Casini.

E c’è un dato che potrà spaventare ancora di più il responsabile di via XX Settembre, ossia la possibilità che già circola negli ambienti pidiellini, che Alfano nel 2013 si presenti candidato premier, attraverso un ticket con un’altra forza importante all’interno del partito, in rappresentanza del nord e delle correnti cattoliche: Roberto Formigoni.

Se questa prospettiva divenisse reale, il PDL sarebbe ben rappresentato da nord a sud, al contrario di un Tremonti, considerato uomo solo del nord. La Lega, inoltre, potrebbe preferire questa soluzione a quella di un candidato Tremonti premier, in considerazione del fatto che poi, in caso di vittoria, un governo Alfano-Formigoni avrebbe molte più possibilità di trovare consensi in Parlamento rispetto a un esecutivo “autistico” alla Tremonti.

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Giuseppe Timpone