Stretta pensioni: blocco aumenti assegni e aumento età pensionabile

La manovra finanziaria varata dal Consiglio dei ministri di giovedì scorso prevede importanti novità sul fronte della previdenza. Dopo giorni di voci incontrollate sull’età pensionabile per le donne del settore privato, in realtà si è puntato a una riforma soft, che di fatto riguarderà le lavoratrici più giovani, le quali inizieranno ad andare qualche mese dopo in pensione, rispetto agli attuali 60 anni, ma con una gradualità quasi impercettibile per i primi anni. Nel 2020, ad esempio, il requisito verrà maturato solo un mese dopo, per tendere ai 65 anni solo nel 2032.

Confermata, quindi, l’intenzione del Ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, di evitare brusche riforme sulle donne, che avranno così il tempo di riorganizzare la propria carriera lavorativa.

Al contrario, molti quattrini (si stimano 2,2 miliardi all’anno), potrebbero provenire dal blocco parziale dell’indicizzazione degli aumenti sugli assegni pensionistici. Il blocco non sarà uguale per tutti, perchè verranno salvaguardate le fasce più basse. Si prevede, così, che non ci sarà alcun blocco per assegni mensili fino a 1428 euro al mese. Gli assegni, invece, tra i 1428 euro e i 2.380 euro mensili, subiranno un blocco delle rivalutazioni, che non potranno superare il 45% delle rivalutazioni oggi attuate (taglio del 55%). Oltre i 2380 euro al mese, non ci sarà alcuna rivalutazione.

Attenzione, però, perchè un assegno, poniamo di 2500 euro al mese, pur rientrando nella fascia più alta, non subirà il blocco totale delle rivalutazioni, perchè la pensione sarebbe rivalutata al 100% attuale, fino ai primi 1428 euro, da questa cifra fino ai 2380 euro sarebbe rivalutata al 45%, mentre solo sulla parte eccedente a questa quota subirebbe il blocco totale.

Infine, dal 2014, previsto l’anticipo dell’aggancio all’età media, con uno spostamento in avanti per la pensione non oltre i tre mesi.

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