Il ct Batista si affida al suo solito 4-3-3 con Messi centravanti e Lavezzi e Tevez ai lati, ed inizialmente sono proprio gli esterni a mostrare vivacità, ma i movimenti dei compagni e le sovrapposizioni dei terzini non arrivano mai con il tempo giusto. Dal canto suo la Bolivia chiude tutti gli spazi, con un 4-4-2 che lascia la difesa molto alta, creando densità in mezzo al campo, dove l’Argentina si schiera con tre mediani come Banega, Mascherano e Cambiasso, che non riescono a servire gli attaccanti. Così, per creare qualche situazione pericolosa servono gli spunti di Messi. Il fenomeno del Barcellona è costretto a giocare lontano dalla porta a causa del pressing avversario, ma quando accelera con la palla tra i piedi diventa imprendibile, come alla mezz’ora, quando semina i difensori avversari e serve Tevez che calcia sul primo palo, dove il portiere avversario Arias si fa trovare pronto. Col passare dei minuti l’Argentina si spegne progressivamente e si va al riposo con le reti inviolate.
Nella ripresa Batista rischia tutto, togliendo Cambiasso e mettendo Di Maria, per passare ad un 4-2-4 iper-offensivo. Ma a segnare è la Bolivia, dopo tre minuti, quando da calcio d’angolo Edivaldo devia col tacco il pallone, che passa in modo beffardo sotto le gambe di Banega appostato sul primo palo.
L’Argentina si butta a capofitto in avanti e si scopre terribilmente in difesa, rischiando il tracollo quando Marcelo Martins si trova a tu per tu con Romero che, in qualche modo riesce a salvarsi.
A venti minuti dalla fine entra Aguero al posto di un Lavezzi generoso nella corsa ma impreciso nei cross. Ed è proprio il Kun, pochi minuti dopo, a segnare un gol bellissimo, calciando al volo su sponda di Burdisso. Poco dopo ancora Aguero impensierisce il portiere avversario e sulla respinta Di Maria calcia alto il pallone del possibile sorpasso.
Finisce 1-1, con un’Argentina che non può ritenersi soddisfatta della prestazione. Il ct Batista dovrà lavorare molto per arrivare in fondo alla competizione.