La storia di Dominque Strauss-Kahn era stata caratterizzata da un curriculum eccellente, prima come politico di punta del partito socialista francese, anche ministro, ma sempre in quota “gauche” del primo governo di centro-destra sotto Sarkozy. Poi quella nomina a direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, un inconoramento dopo una brillante carriera politica che lo aveva reso in patria uno degli uomini più apprezzati. Ma tutto si rompe esattamente due mesi fa, quando la polizia di New York lo raggiunge in aeroporto, dove egli si appresta a prendere un aereo dell’Air France per tornare in Francia, in compagnia della moglie. Poche ore dopo avrebbe dovuto incontrare il cancelliere tedesco Angela Merkel e discutere, tra le altre cose, del caso Grecia. Inutili le sue resistenze, la richiesta di spiegazioni, viene condotto immediatamente in carcere, dove rimarrà per alcune settimane, con setti capi di accusa pendenti per violenza sessuale ai danni di una giovane cameriera di colore di 32 anni, originaria della Guinea, nell’albergo newyorkese dove egli dimorava da un paio di giorni.
E pensare che DSK stesse sì per lasciare la carica di dg dell’Fmi, come si vociferava da settimane, ma per correre per le presidenziali francesi contro Nicolas Sarkozy per il suo partito socialista. Tutto finito, tutto sfumato in pochi minuti. Carriera, onore, credibilità, tutto.
Le accuse gravi contro di lui e le prove schiaccianti hanno reso necessario un avvicendamento alla carica di direttore generale, dato che il Fondo Monetario non può certo attendere l’esito del processo, se non altro, per un motivo di credibilità e di onorabilità dell’istituto.
Nessun dubbio nell’opinione pubblica mondiale: l’orco deve essere punito. E protestano i vicini di casa, quando gli vengono concessi gli arresti domiciliari, perchè nessuno vuole vivere nello stesso edificio dell’uomo della vergogna, tanto che gli viene concesso il trasferimento ad altra dimora.
Ma le accuse scricchiolano da due giorni, anzi, crollano. La giovane cameriera sarebbe contigua a un gruppo di malavitosi della criminalità organizzata, pare che si sia pure felicitata con un amico agli arresti, per l’evidente beneficio che potrebbe ricevere, da un’accusa di stupro ai suoi danni. E ci sarebbero sì le prove di un rapporto sessuale, ma che non confermerebbero la violenza presunta.
Oggi, le probabilità, secondo i procuratori, che Strauss-Kahn venga assolto dalle accuse, tornando un uomo libero, sono piuttosto alte. Ma di certo verrebbe da chiedersi come sarebbe ripagata la sua onorabilità, se fosse considerato non colpevole. E che fine farebbero le penne giustizialiste nostrane e di mezzo pianeta.