Sacconi si concentra sulla manovra, difendendo la scelta di spostare nel biennio 2013-2014 il grosso del peso delle misure (quasi il 90% dei 47 miliardi), in quanto, aggiunge, con Bruxelles è stato confermato così, alla luce degli effetti già positivi delle misure adottate in precedenza e che hanno già fatto registrare un calo del deficit al 4,6% nel 2010.
A una domanda sulle pensioni, Sacconi invita i pensionati a non allarmarsi sul mancato aggancio all’inflazione per i prossimi anni, in quanto ciò riguarda solo le pensioni di almeno 5 volte l’assegno minimo e, quindi, esclude tutti gli importi delle fasce più deboli della popolazione. In più, conferma, se ci dovesse essere un brusco aumento dell’inflazione, le cose si possono sempre rivedere.
Quanto alle nuove norme sulla contrattazione, approvate da Confindustria e sindacati (CGIL, inclusa), il ministro si dice molto favorevole ed esclude che il governo possa intervenire con legge a regolamentare la materia, a meno che non fosse ciò richiesto dalle parti sociali. Resta, dunque, confermata la linea di delega alle parti sociali.