Norme che riguarderanno, secondo le prime stime, dai 5 ai 13 milioni di famiglie, anche monoreddito, e che hanno suscitato un coro di reazioni negative. Chiede una immediata correzione di rotta Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl (e non certo celebre per le sue posizioni antigovernative) che spiega: “La norma della manovra economica rende ancora più vulnerabili quei pensionati che negli ultimi quindici anni hanno già visto ridursi il potere di acquisto delle loro pensioni. E’ una palese iniquità, un provvedimento ingiusto e socialmente non sostenibile“.
Il presidente di Sinistra Ecologia Libertà, Nichi Vendola, non appare meravigliato, sottolineando che come al solito il governo era partito con annunci ricchi di “effetti speciali” legati ai tagli dei costi della politica ma invece “quando uno osserva il contenuto vero capisce che si tratta della patrimoniale sui ceti medio bassi del nostro Paese. È la patrimoniale sui poveri“.
Secondo Stefano Fassina, responsabile per il Pd di Economia e lavoro, il taglio riguarderebbe addirittura le pensioni da “1.400 euro lordi, cioè 1.000 euro netti” una misura che si aggiunge ai nuovi ticket sanitari a loro volta caricati maggiormente su chi ne usufruisce di più, sempre i pensionati. Fassina sottolinea ancora un’altra misura in manovra: “l’aumento da 34 a 120 euro del bollo sui titoli a partire dai 1.000 euro investiti, ossia per i piccoli risparmiatori spesso anziani” e conclude ricordando i 10 miliardi di tagli a Comuni, Province e Regioni “che hanno già avvisato che saranno costretti a tagliare i servizi sociali e assistenziali“.
Italia Futura, la fondazione di Luca Cordero di Montezemolo, boccia senza appello la manovra, pur scrivendo che “non era realistico aspettarsi qualcosa di più o di meglio” e sollecita le opposizioni ad un confronto costruttivo. Entrando nello specifico però, commenta aspramente le “ridicole prese in giro sui costi della politica, dove si annunciano misure puramente simboliche“.