Lo stesso Trichet ha, quindi, avvertito che la BCE porrà in essere una stretta vigilanza sui prezzi dell’Eurozona. A questo punto, bisognerà attendere l’esito della prossima riunione del board di Francoforte, che come di consueto, mensilmente decide sulla politica monetaria. Lo scorso mese di giugno, il board aveva di fatto preannunciato un nuovo rialzo dei tassi a luglio, che passerebbero così dall’1,25% all’1,50%, il secondo rialzo dal luglio 2008, quando i tassi iniziarono la loro discesa, per rimanere fermi all’1% fino all’aprile di quest’anno.
Vedremo quale sarà la decisione per luglio, ma ormai i mercati hanno ampiamente scontato la previsione di un aumento dei tassi di riferimento per l’Eurozona all’1,50%.
Le notizie che giungono dalla Cina confermano in parte le preoccupazioni di Trichet, dall’altra però potrebbero rappresentare un punto di svolta positivo. L’indice manifatturiero delle Pmi cinesi a giugno è risultato in calo per il terzo mese consecutivo, a quota 50,9, dal 52 di maggio, come segnalato dall’ufficio statistico. Ciò in contemporanea a un’inflazione ormai ampiamente sopra il tasso del 5% all’anno.
Ma il calo della produzione potrebbe rallentare la corsa dei prezzi, con una previsione al ribasso della crescita dell’inflazione in Cina, per il resto del 2011.
Se questo dato si confermasse, si potrebbe immaginare un impatto minore dei prezzi, con una loro crescita più moderata a livello mondiale, anche grazie alle misure restrittive di politica monetaria, che giganti come la Cina, l’India, oltre all’Eurozona, hanno adottato, in questi ultimi mesi.