E il balletto delle cifre inevitabilmente prosegue. Si parla ormai insistentemente di tre aliquote Irpef, del 20%, 30% e 40%, ma non si conscono ancora gli scaglioni.
Le imposte sarebbero ridotte a cinque: Irpef, Ires, Iva, Imu e Irap. Quest’ultima sarebbe eliminata, a partire dal 2014, probabilmente assorbita dall’Imu.
Quanto al capitolo Iva, resta il più confuso, in materia fiscale. Da un lato, si vocifera dell’aumento dell’1% delle aliquote del 10% e del 20%, al fine di finanziare il taglio delle aliquote Irperf. Dall’altro lato, però, il ministro Romani e lo stesso premier tendono ad escludere che ciò sarà fatto.
Più sicuri, invece, due interventi: i contributi previdenziali dei collaboratori verranno elevati al 33%, dal 20% attuale, mentre quasi certamente l’imposta sulle rendite finanziarie sarà unica e al 20% (esclusi i titoli di stato, i cui interessi continueranno ad essere tassati al 12,5%). Fino ad oggi, infatti, le aliquote sono diversificate al 12,5% e al 27,5%, quest’ultima applicata solo agli interessi sui conti bancari e postali.