Una città che potrebbe presto trovarsi ripulita ma non senza l’approvazione del decreto da parte del governo. Se non dovesse esserci la possibilità di andare a sversare i rifiuti in altre regioni, infatti, presto la raccolta si fermerà visto che i due siti di stoccaggio provvissorio, quelli di Caivano e Acerra, sono vicini alla saturazione. Appena le due aeree saranno colme, se non ci sarà il decreto, gli automezzi dell’Asia saranno costretti a sospendere la raccolta e Napoli ripiomberebbe nell’emergenza.
Giovedì è il giorno decisivo: il Consiglio dei Ministri dovrà approvare il provvedimento o si dovrà assumere la responsabilità di aver ricacciato la città nella crisi. La Lega continua la sua opposizione con Calderoli che, dalle pagine della “Padania”, ha dichiarato che il decreto passerà se ci sarà scritto che i rifiuti “potranno essere portati solo nelle regioni confinanti alla Campania, in modo che restino lì”, altrimenti il Carroccio continuerà a dire di no. Un no che riceve le critiche anche da parte della Chiesa, che attraverso una nota della Sir, l’agenzia stampa della Conferenza episcopale, parla del problema dei rifiuti come di un “problema nazionale” che si può risolvere attraverso “la solidarietà dell’Italia settentrionale, che per decenni ha utilizzato non poche regioni meridionali per lo smaltimento dei rifiuti”.