Pochi, anzi nessun progresso dal 2007 ad oggi nella situazione rifiuti in Campania: questo il motivo alla base della sanzione che sta per cadere addosso all’Italia. Una sanzione che è preannunciata dal Commissario all’Ambiente Janez Potocnik, che però lascia ancora lo spazio di manovra per evitare la multa. In una nota Potocnik dichiara la sua preoccupazione per una vicenda che segue da vicino e che non lo lascia tranquillo in quanto “guardando le immagini dei media e leggendo le notizie”, si evidenzia che “così pochi, se non alcun progresso sia stato fatto dal 2007, quando la Commissione europea fu obbligata ad aprire una procedura d’infrazione contro l’Italia”. Il commissario, ricordando la condanna inflitta all’Italia il 4 marzo del 2010 per non aver istituito in Campania un sistema in grado di garantire lo smaltimento dei rifiuti urbani in modo da salvaguardare la salute umana e l’ambiente, afferma che la situazione attuale “dimostra come le autorità italiane non abbiano ancora fatto quanto necessario per trovare una soluzione adeguata e definitiva al problema“.
Nonostante l’ottimismo che Potocnik dice di avere visto, il “grande impegno profuso dal nuovo sindaco nella ricerca di una soluzione al problema”, l’Unione Europea non potrà evitare di infliggere una sanzione all’Italia se la situazione non migliorerà nei tempi prestabiliti. La nota si conclude con l’augurio che tutte le istituzioni italiane lavorino in sintonia per fare in modo che “i soldi dei contribuenti italiani possano essere utilizzati per migliorare la situazione piuttosto che per pagare sanzioni”.
Intanto le proteste dei napoletani si spostano a Roma dove un centinaio di manifestanti si sono raggruppati in piazza Montecitorio portando con sè sacchetti della spazzatura per protestare contro il governo. Qualche attimo di tensione c’è stato quando la polizia ha impedito che un piccolo gruppetto di manifestanti si spostasse davanti Palazzo Chigi. I manifestanti hanno provato a forzare il blocco degli agenti e ne è nata una colluttazione subito rientrata. Il bersaglio preferito della protesta è la Lega, con striscioni e cori indirizzati agli esponenti del Carroccio: da “Bossi, Maroni, Calderoli, Borghezio, gente di bassa lega” a “la camorra Lega bene con gli affari del nord”. I manifestanti chiedono “un piano alternativo” che consenta di uscire dall’emergenza”; “un piano – spiega una manifestante – che punti sulla raccolta differenziata e sugli impianti di trattamento meccanico-manuale che oltre ad essere utili servono a creare occupazione sul territorio”.