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Attacco hacker all’Agcom: rappresaglia contro i provvedimenti su Internet

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Giuseppe Di Spirito

Da ore l’unico messaggio ottenibile collegandosi al sito dell’Autorità garante per le comunicazioni è “SERVER TOO BUSY“. Alle ore 12 è partito l’attacco della rete “anonymous” composta da hacker in tutto il mondo, con lo slogan “la libertà di avere internet libero è un diritto che nessuno deve ostacolare“. Si tratta di una rappresaglia in vista del 6 luglio, data in cui entrerà in vigore il nuovo regolamento sul copyright del materiale pubblicato in rete che ne consentirà una rapida rimozione tramite una procedura meramente amministrativa. La delibera prevede che se il titolare dei diritti di materiale audiovisivo dovesse reclamare presso il gestore di un sito per una pretesa violazione di copyright, la rimozione dei contenuti debba avvenire entro 48 ore di tempo. In caso di non ottemperanza, il titolare dei diritti potrebbe quindi chiamare in causa l’Agcom che effettuerebbe una breve verifica in “contraddittorio tra le parti” in appena cinque giorni ed infine, accertata la violazione, disporrebbe autonomamente la rimozione del contenuto anche risalendo al provider del sito o, nel caso di un sito estero, addirittura disponendone l’inibizione del nome o indirizzo IP per impedirne l’accesso dall’Italia, il tutto senza chiamare in causa l’autorità giudiziaria. Una procedura assolutamente superficiale e fallace, secondo i critici, che porterebbe l’Italia “al primo posto in Europa come censura”.

Dal sito dell’Avvocato Fulvio Sarzana riportiamo un breve estratto di una vicenda emblematica, che può far capire meglio a cosa si andrà incontro:

“Il canale “digitale” (su Youtube) dell’Unione nazionale Consumatori, storica Associazione di Consumatori, diretta fino alla morte dall’inventore del Consumerismo Italiano Vincenzo Dona e oggi dal figlio Massimiliano Dona, noto anche per le sue battaglie come quelle in favore della trasparenza del televoto, è stato chiuso su istanza del titolare dei diritti (cioè da Mediaset R.T.I) poichè lo stesso canale conteneva alcuni brevi estratti di trasmissioni televisive messe in onda dalla stessa Mediaset – R.T.I.

Dal canto suo l’Agcom stigmatizza quanto sta accadendo: “L’attacco al sito dell’Agcom, che fornisce un servizio ai cittadini è un gesto che danneggia tutti e fa riflettere su come qualcuno intenda il concetto di libertà. Qualsiasi provvedimento in materia di tutela del copyright sarà adottato dopo un procedimento caratterizzato dalla più ampia e interattiva consultazione e dalla massima trasparenza e sarà aperto ai contributi costruttivi di chiunque persegua una linea di disponibilità al democratico”.

Intanto anche su Facebook il passaparola è iniziato, mentre su Twitter la protesta sta utilizzando il tag “nowebcensure” e sta scalando le classifiche di “tendenza”, e si registra anche la nascita di una una “Twition“, ossia petizione. Assolutamente contrarie le associazioni di consumatori: Altroconsumo, Adiconsum, Agorà Digitale, Assonet-Confesercenti, Assoprovider-Confommercio insieme allo Studio legale Sarzana promuovono una petizione online e chiedono che l’Autorità cambi il testo della delibera o si astenga in toto dall’emanare provvedimenti in materia, affidando la problematica, che pur ritengono importante, ad una complessiva riforma del diritto d’autore nell’era digitale, da demandarsi al Parlamento Italiano.

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Giuseppe Di Spirito