L’emendamento appare una sorta di “anticipazione” di una impostazione contenuta anche nella “riforma della Giustizia” proposta da Angelino Alfano, andando inoltre a rimuovere il principio per il quale “nell’esercizio delle funzioni giudiziarie non può dar luogo a responsabilità l’attività di interpretazione di norme di diritto né quella di valutazione del fatto e delle prove”. Nello specifico, l’Europa viene utilizzata come traino grazie ad un ricorso della Ue alla corte di giustizia in materia di responsabilità dello Stato.
Secondo l’emendamento Pini, la responsabilità per i magistrati non sarebbe più per “dolo o colpa grave” ma scatterebbe per una generica “manifesta violazione del diritto”, una formulazione che secondo la Bongiorno avrà come primo effetto “l’intimidazione dei magistrati”. “Avevamo già avviato l’esame di alcune proposte di legge e svolto delle audizioni, era la nostra la sede più appropriata per la discussione” ha dichiarato la Bongiorno, molto contrariata dall’escamotage del governo.
Altrettanto battagliera la capogruppo Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, che ha spiegato: “L’emendamento del relatore leghista Gianluca Pini è punitivo e intimidatorio e dovrebbe essere stralciato dalla Comunitaria. Parlano di riforma epocale della giustizia per via costituzionale per distrarre l’attenzione dell’opinione pubblica. E poi vanno avanti come treni su conflitto di attribuzione, prescrizione breve per il premier e ora usano addirittura il ddl della Comunitaria per introdurre la responsabilità civile dei magistrati”.
Si prospetta quindi una seduta infuocata, con il capogruppo del Pd alla Camera Dario Franceschini che ha raccomandato fermamente a tutti i deputati del partito di essere presenti alla discussione. Dovrebbero essere al completo anche Italia dei Valori e Futuro e Libertà. Anche per l’Udc la norma è “inaccettabile nel contenuto ed è offensivo nella forma. Si approfitta della legge comunitaria per finalità del tutto estranee alla natura della legge” fa sapere Rocco Buttiglione.
Di fronte ad un tema così complesso e delicato, la fretta appare realmente poco comprensibile. Evidentemente la spazzatura di Napoli può aspettare, gli ostacoli alla magistratura no.