Se lo aspettavano gli attivisti del No-Tav, erano sicuri che la polizia sarebbe intervenuta in massa e le attese sono state rispettate. Il blitz nella Val di Susa ha avuto inizio alle sei di oggi quando 2500 poliziotti con una pala meccanica e il lancio di fumogeni hanno iniziato a far cadere le barricate poste dagli attivisti per rallentare l’arrivo e lo sgombero al presidio della Maddalena. L’azione è riuscita, il cantiere per l’Alta Velocità può vedere la luce anche se durante il blitz si sono registrati scontri e feriti da entrambi le parti.
Le forze dell’ordine si sono messe in cammino prima dell’alba; verso le quattro la parte avanzata dei poliziotti impiegati per liberare l’area era già stata intravista dagli attivisti del movimento No-Tav che hanno dato l’allarme preparandosi alla resistenza. Lungo la strada che portava al presidio che da maggio è stato predisposto proprio nella zona dove sorgerà il cantiere per la linea ad Alta Velocità Torino-Lione, sono stati predisposti diversi blocchi, ognuno formato da una decina di manifestanti che sono spazzati via delle forze dell’ordine. Scontri più duri sull’autostrada, dove gli attivisti del movimento No-Tav provano a fermare l’avanzata dei 2500 poliziotti con il lancio di pietre che provocano la reazione della polizia che si fa strada caricando e lanciando lacrimogeni. Alla fine saranno 80 i feriti, nessuno in modo grave: 40 sono manifestanti, 27 poliziotti, 11 sono carabinieri e 2 finanziari.
Liberata la strada dai blocchi, le forze dell’ordine sono arrivate al presidio è hanno fatto sgomberare l’area che poi è state posta sotto sequestro. I manifestanti hanno smontato le tende e liberato la zona e subito sono partiti i lavori di preparazione in vista dell’apertura del cantieri. Gli attivisti del No-Tav però non si arrendono e il loro leader, Alberto Perino, dichiara: “Abbiamo perso un round non una guerra. Ora siamo stati costretti a liberare l’area ma ci organizzeremo e vedremo cosa fare.”. Già nel pomeriggio una trentina di persone ha manifestato in sostegno del movimento No-Tav davanti alla sede della Regione Piemonte mentre a Roma, fuori Palazzo Chigi si sono radunati sotto gli striscioni “No allo stupro della Val di Susa” e “Chi tocca la Val di Susa tocca tutti e tutte noi” alcuni manifestanti in un sit-in organizzato dalla Federazione della Sinistra, Sinistra Ecologia e Libertà e Movimento cinque stelle.
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Intanto l’apertura dei cantieri potrebbe non bastare a non far perdere i finanziamenti dell’Ue, lo lascia intendere una fonte della Commissione Europea, secondo cui oltre all’apertura dei cantieri ci sono altre due condizioni da rispettare: approvazione del nuovo progetto preliminare e la firma di un nuovo accordo tra i governi di Roma e Parigi.