Il risanamento dei conti pubblici è anche il preludio all’ottenimento di nuovi prestiti dall’Europa e già si parla di un centinaio di miliardi di euro aggiuntivi.
Intanto, i vari stati, tra cui l’Italia, stanno contrattando informalmente con le rispettive banche nazionali i termini di una ristrutturazione “volontaria” del debito greco, per evitare che alla scadenza dei titoli in loro possesso, esse richiedano indietro tutto il denaro, scatenando una crisi di solvibilità.
Da ieri sono giunte da Parigi alcune indiscrezioni su ciò che potrebbe essere concordato con le banche francesi, tra le più esposte, con 50 miliardi di titoli di stato ellenici. Si parla di un patto con il governo di Parigi, per cui le banche d’Oltralpe rinnoverebbero almeno il 70% dei titoli alla scadenza. La metà di questi sarebbero rinnovati a scadenza trentennale, mentre almeno il 20% andrebbe in un fondo, che fungerebbe da garanzia contro un default ellenico.
Nessun dato, invece, sul tipo di tasso applicato ai titoli rinnovati, il chè sarebbe anche essenziale conoscere, in quanto tassi al di sotto di quelli (stratosferici) attuali di mercato segnalerebbero agli investitori e alle agenzie di rating un default di fatto, con conseguenze possibili anche molto gravi sugli umori dei mercati.