Già a maggio, l‘indice dei prezzi ha raggiunto il suo picco del 5,5% su base annua, con una crescita molto più marcata per i generi alimentari, dove i prezzi hanno sfondato la soglia di aumento del 10%. Tuttavia, il governo ha iniziato dal mese di ottobre una politica di contenimento dell’inflazione, tramite una stretta monetaria, che ha portato ad aumenti dei tasso repo e depo, ossia sui prestiti e sui depositi bancari.
Jiabao si è mostrato ottimista sulla crescita prevista per quest’anno, che dovrebbe collocarsi per la Cina, tra l’8% e il 9%. Nei mesi trascorsi, alcuni analisti avevano temuto un rallentamento del tasso di crescita, dovuto proprio alla stretta creditizia per combattere l’inflazione. Nonostante alcuni dati non molto soddisfacenti sulla produzione manifatturiera, tuttavia, non pare che la crescita sia stata granchè intaccata.
La stessa Bri, a capo delle banche centrali, sembra sposare la linea della BCE, prevedendo aumenti in arrivo dei prezzi alimentari, energetici e delle materie prime, invitando le economie del pianeta a rialzare i tassi, anche sacrificando un pò la crescita, per evitare di trovarsi travolti da un’ondata inflazionistica.