Un vero e proprio “bordello” messo in piedi da un “sistema strutturato per fornire ragazze disponibili a prostituirsi” e che aveva il compito di “compiacere Silvio Berlusconi“: non usano mezzi termini il procuratore aggiunto di Milano Pietro Forno e il pm Antonio Sangermano nell’udienza preliminare del processo che vede indagati Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti, accusati di induzione e favoreggiamento della prostituzione, anche minorile. I pubblici ministeri nel chiedere il rinvio a giudizio dei tre indagati, che non erano presenti in aula, hanno parlato di un vero e proprio sistema dedito a trovare escort per il Presidente del Consiglio, un sistema nel quale ognuno dei protagonisti aveva un ruolo determinato.
Lele Mora era deputato alla ricerca delle ragazze da arruolare; ad Emilio Fede spettava invece il compito di valutare le ragazze, verificare la loro riservatezza e la disponibilità a fare sesso; Nicole Minetti era invece colei che gestiva il sistema, che si occupava della parte economica-logistica del sistema che, secondo i pm, utilizzava la “mercificazione della fisicità della donna” e della “mortificazione della dignità femminile”. Una volta ascoltate le richieste dei pubblici ministeri, secondo cui esiste una” convergenza di vari elementi” tali da richiedere il processo, e prima di passare alla discussione delle intercettazioni, il giudice per le udienza preliminare, Maria Grazia Domanico, ha rinviato l’udienza al prossimo 11 luglio, fissando un’altra data il 13.
Sempre oggi il gup ha accolto la richiesta di costituirsi parte civile presentata da Chiara Danese e Ambra Battilani, le due miss piemontesi che nell’agosto 2010 hanno partecipato ad uno dei festini di Arcore. Le due ragazze si erano presentate in Procura per raccontare la loro partecipazione ad una presunta festa avvenuta ad Arcore il 22 agosto scorso.
Le due hanno richiesto un risarcimento per danni morali e di immagine, per essere state considerate escort non essendolo. Il gup, nonostante l’opposizione dei legali della difesa, ha accolto la loro richiesta. Ancora non ha deciso invece se costituirsi o meno parte civile, Karima el Mahroug, detta Ruby, il cui avvocato Egidio Verzini ha dichiarato di stare ancora studiando le carte e ha annunciato una conferenza stampa per il 9 luglio.