Capitolo pensioni: si prevede che le donne del settore privato vadano in pensione dopo, a partire dal 2015, con la gradualità di un mese ogni anno, fino al 2020, dopo il quale l’aumento sarebbe di sei mesi ogni anno, fino al 2029, quando si raggiungeranno così i 65 anni, come i colleghi uomini. Quindi, niente salasso e gradualità quasi impercettibile per le lavoratrici.
Stretta sui giochi: saranno combattuti maggiormente quelli irregolari online, per un maggiore gettito previsto di 500-600 milioni.
Rendite finanziarie: tutte le aliquote saranno raggrupprate in un’unica del 20%. Gli interessi sui conti correnti sarebbero così gravati del 7,5% in meno, mentre le altre rendite (capital gains) del 7,5% in più. Questa misura potrebbe far fluire qualche miliardo in più.
Transazioni finanziarie: forse previsto un minibollo proporzionale su contratti di borsa.
Raggruppamento tasse: creazione di un’unica tassa sui servizi, al posto delle otto oggi presenti (registro, bollo, ipotecaria, catastale, contratti di borsa, intrattenimento, concessioni governative e assicurazioni).
Iva: si tende a escludere un aumento delle aliquote, anche per la contrarietà forte di Confcommercio. Al massimo, si potrebbe imporre qualche punto in più solo sui cosiddetti beni di lusso, con un gettito previsto di +10 miliardi, ma la misura è molto in dubbio.