Si è concluso positivamente l’incontro tra le parti sociali, che aveva ad oggetto il tema della riforma dei contratti di lavoro, ridiscutendo il rapporto tra la contrattazione nazionale e quella aziendale o di secondo livello, al fine di legare le condizioni economiche pattuite tra impresa e sindacati alle reali condizioni di ciascuna azienda, per recuperare margini di crescita della produttività, preludio irrinunciabile, per la crescita dell’occupazione e degli stessi salari, oltre che per l’aumento della competitività del sistema produttivo italiano.
A conclusione dell’accordo, tutte le parti si sono mostrate soddisfatte, tanto che il clima che si respira è di una firma a giorni del nuovo modello contrattuale. E’ stato anche affrontato il capitolo spinoso della rappresentanza sindacale, per stabilire chi abbia diritto a negoziare con i vertici aziendali e quali debbano essere i criteri validi per considerare rilevante una sigla sindacale, oltre che sulla questione della validità “erga omnes” dei contratti firmati con i sindacati.
Persino la Cgil, che nel recente passato si era dimostrata indisponibile a privilegiare lo strumento della contrattazione di secondo livello, si è detta fiduciosa e il segretario Susanna Camusso ha lasciato intendere che ci sarebbero le potenzialità per firmare presto. Ma il presidente Fiom, Giorgio Cremaschi, ha annunciato di avere convocato il direttivo del sindacato per il lunedì, perchè giudica inaccettabile che si vada verso un modello contrattuale, in linea con quello del 1992, che ha bloccato la crescita dei salari per 19 anni.
Il Ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, parla di una svolta nelle relazioni industriali, benedicendo l’incontro e la ricerca dell’accordo tra le parti. Positivi anche i commenti di Cisl e Uil, che vedrebbero molto vicina una firma.