Eppure, alla guida dell’amministrazione comunale non c’è più il sindaco Rosa Russo Iervolino, ma Luigi De Magistris, il sindacato che della riscossa della società civile contro tutta la politica ne aveva fatto un tema di battaglia elettorale. Si è insediato da poche settimane alla carica di sindaco, dopo avere vinto clamorosamente le elezioni amministrative, ponendosi, al secondo turno, a capo della stessa coalizione che aveva governato la città da 18 anni.
Ma De Magistris era un volto nuovo e questo ha rappresentato una speranza per i tanti napoletani (i due terzi) che lo hanno votato, frustrando il centro-destra, che sentiva la vittoria in tasca e rinvigorendo la stessa sinistra, il cui candidato non ha sorpassato il primo turno, ma che poi si è ritrovata compatta attorno all’ex magistrato.
La scorsa settimana il neo-sindaco lo aveva promesso: libererò la città dai rifiuti in cinque giorni. Detto, fallito. La scadenza sarebbe stata il martedì, ma la settimana è trascorsa come prima, peggio di prima. Ha voluto fare come Berlusconi nel 2008, quando promise, appena insediatosi al governo, di liberare Napoli dai rifiuti entro sessanta giorni, operazione che allora fu raggiunta in meno di cinquanta.
Certo, la questione è ben più complessa e non è facile da risolvere a un mese esatto dall’insediamento, essendo un cancro che si trascina in questa città da troppi anni. Semmai, è la dimostrazione che la campagna elettorale è finita e con essa i toni da bacchetta magica che hanno caratterizzato questo tema.