La manovra si rende necessaria, al fine di riportare in ordine i conti fuori controllo di Atene, oltre che per accedere alla quinta tranche degli aiuti previsti lo scorso anno dall’Europa, ma che sono stati congelati temporaneamente, a causa delle scarse garanzie di risanamento, che la Grecia ha offerto in questi mesi a Bruxelles.
Una nota ufficiale dell’incontro ha anche voluto sottolineare l’importante sforzo che Atene avrebbe fatto in quest’ultimo anno, con un miglioramente considerevole del bilancio.
Tuttavia, nonostante parole rassicuranti, nella UE c’è profonda insoddisfazione sulla politica dell’ultimo anno del governo Papandreou, che non è stato in grado di raggiungere gli obiettivi concordati lo scorso anno, in occasione del varo del piano di aiuti di UE e Fmi, di 110 miliardi di euro.
Secondo alcune indiscrezioni, la UE starebbe facendo pressioni sull’opposizione al governo di Atene, la “Nea Demokratia” dell’ex premier Karamanlis, per cercare di convincerla sull’opportunità di collaborare con l’esecutivo, al fine di varare una manovra condivisa e più robusta.
Difficile, tuttavia, che si riesca nell’intento, dopo l’ultimo tentativo andato a vuoto, da parte dello stesso premier, la scorsa settimana. Il clima di fortissima opposizione sociale al governo Papandreou non aiuta a trovare un accordo, nonostante il Paese sia sull’orlo della bancarotta, che potrà essere evitata solo se agli inizi di luglio verrà concessa la fetta dei 12 miliardi promessi di aiuti.