L’Eurogruppo si è ieri riunito in una due giorni, nella quale dovranno essere discussi temi scottanti di attualità, tra cui l’immancabile capitolo della crisi greca. Non è, invece, scottante, ma di certo molto importante, la decisione sulla nomina del nuovo governatore della BCE, che dovrà succedere a Jean-Claude Trichet, insediandosi nella nuova carica il primo novembre del 2011.
Da settimane il nome di Mario Draghi è ormai certo, da quando nel vertice dell’Eurogruppo di maggio si è deciso in tal senso, senza alcuna opposizione, nè candidatura alternativa. Parere positivo era stato espresso anche dall’Ecofin, il giorno successivo, così come lo stesso Parlamento di Strasburgo non ha eccepito alcunchè.
La nomina era attesa già per ieri, ma all’uscita dal vertice, il premier Silvio Berlusconi si è limitato a rispondere con un “domani” a chi gli chiedeva quando la nomina sarebbe stata ufficializzata. Meno abbottonato, invece, il premier belga Yves Leterme, il quale ha confermato che la nomina di Draghi sarebbe “certa” e sarà ufficializzata oggi.
Smentite, in via ufficiale, invece, le voci su una posizione di durezza di Parigi, la quale, pur sostenendo dal primo momento il governatore italiano, insiste affinchè l’altro rappresentante italiano al comitato esecutivo della BCE, Lorenzo Bini Smaghi, lasci, dando spazio a un francese. La Francia, infatti, si troverebbe senza un suo uomo, dopo l’addio di Trichet alla carica di governatore.
Il banchiere Bini Smaghi, tuttavia, ha dichiarato di non avere alcuna intenzione di dimettersi e la mossa sarebbe considerata un’espressione di volontà della BCE di rivendicare la propria autonomia dalla sfera politica, a maggior ragione in una fase delicata come questa.