Berlusconi dice no ad aumenti Iva per finanziare tagli Irpef

Oggi, a meno di sorprese, il Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, dovrebbe presentare la sua manovra economica ai parlamentari del PDL, dando inizio a quella strategia di coinvolgimento del partito alle decisioni economiche, che ridimensiona il diritto di vita e di morte di cui ha goduto il responsabile di via XX Settembre fino ad oggi.

Molte le ipotesi, ma andranno verificati i fatti. L’obiettivo è di trovare 40 miliardi di risorse, per giungere al pareggio di bilancio entro il 2014 e, al contempo, trovare un altro gruzzolo, per finanziare il taglio delle aliquote Irpef, che nello schema già annunciato sia da Tremonti che dal premier Berlusconi, dovrebbero essere ridotte a tre e dovrebbero scendere al 20%, 30%, 40%.

Ed è proprio sulle risorse per finanziare il taglio dell’Irpef che si stanno concentrando da giorni i tecnici del ministero. Tra le ipotesi al vaglio, ci sarebbe quella di unificare le due aliquote sulle rendite finanziarie, portandole a un’unica aliquota del 20%, escludendo dagli aumenti solo i titoli di stato.

La misura dovrebbe comportare un aumento del gettito di circa 1,5 miliardi l’anno, ma ci sarebbe da chiedersi come si potranno stimare gli introiti sulle rentite finanziarie, per loro natura molto volatili e che potrebbero essere soggetti a crolli, con un aumento paventato dell’aliquota dal 12,5% al 20%.

Un no secco e deciso, invece, arriva dal premier sull’ipotesi di aumentare l’Iva. Berlusconi avrebbe rassicurato i commercianti della Confcommercio, tramite il suo ministro Paolo Romani, sul fatto che questa misura non sarà mai attuata. Tra le altre ipotesi, resta in piedi una possibile stretta sulle pensioni, sebbene non sia facile capire ancora quale misura concretamente verrebbe adottata.

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