Un Obama molto realista che spiega anche la diversa strategia che da ora in poi utilizzeranno gli Stati Uniti, che non si faranno condizionare da “coloro che vorrebbero un’America in ritirata da tutte le responsabilità internazionali” nè da chi “spinge per intervenire per raddrizzare ogni torto”; una strategia che vedrà gli Usa utilizzare interventi mirati laddove possibile, senza ricorrere a dispiegamenti di massa e con l’aiuto degli alleati come sta avvenendo in Libia. Il discorso di Obama è stato giudicato positivamente dal premier britannico, David Cameron e dal presidente afghano Hamid Karzai secondo cui “l’annuncio da parte del presidente degli Stati Uniti è un buon passo a loro favore e a favore dell’Afghanistan, quindi lo sosteniamo”. Per i talebani invece quello di Obama è solo “un passo simbolico” in quanto “gli americani non hanno alcuna intenzione di lasciare l’Afghanistan”.
E invece Obama è convinto che con “la luce di una pace sicura in vista” è necessario tornare a pensare alla propria nazione, ai bisogni del popolo americano: “La missione di ricostruire nazioni comincia a casa nostra, concludiamo i combattimenti e riprendiamoci il sogno americano, per questa generazione e per le prossime”.