P4, Prestigiacomo: “Berlusconi non è intelligente”

bisignaniPiù si va avanti con l’inchiesta, più spuntano fuori altre intercettazioni e più il quadro che ne esce è quello di un paese in mano a Luigi Bisignani, il faccendiere amico di tutti,  “l’uomo di relazioni”, per utilizzare le parole dette dal sottosegretario Gianni Letta quando è stato interrogato. Bisignani è il manovratore occulto di uomini politici, magistrati, poliziotti, manager: tutti erano alle sue dipendenze, tutti erano pronti a farsi consigliare, suggerire, condizionare. E lui, “persona estroversa, brillante e bene informata”, non si negava a nessun, tesseva i fili del suo apparato segreto, di un sistema che i pubblici ministeri Curcio e Woodcock definiscono “criminale, illegale e surrettizio”. Un sistema che non risparmiava nessuno, che arrivava fino alle alte sfere, fino al Presidente del Consiglio Berlusconi con cui Bisignani sembra avere un rapporto privilegiato, tanto che in molti lo chiamano per fargli fare da mediatore presso il premier.

E il nome di Berlusconi esce fuori in diverse intercettazioni, in alcune delle quali il leader del Pdl non fa certo una bella figura. È il caso della telefonata tra la Prestigiacomo e Bisignani del 15 novembre 2010, in cui il ministro definisce Berlusconi non intelligente: “Lui (Denis Verdini, ndr) gli consiglia di non occuparsi però Berlusconi deve essere intelligente e purtroppo non lo è“.

Prestigiacomo e Berlusconi

Ma la Prestigiacomo non è l’unica esponente della maggioranza che parla a ruota libera con Bisignani: lo fa La Russa che non nega un incontro (“Arrivo a Roma, se ci vogliamo vedere facciamo il punto su questa situazione e tu mi aiuti a capire un po’ questa matassa perché non è tanto chiara”), lo fanno Denis Verdini, Gianni Letta, Franco Frattini. Lo fa l’ex direttore generale della Rai, Masi, che chiede addirittura a Bisignani di scrivergli la lettera di licenziamento per Santoro e lo fa l’amministratore delegato di Eni, Scaroni, che chiede consigli  e di mediare tra lui e Berlusconi. Ed è proprio delle sorti del Presidente del Consiglio che si preoccupaisignani in una telefonata con Falvio Briatore: “Se adesso andiamo alle elezioni rischiamo di perderle. Se questi non gli fanno passare il processo breve, finisce che a Berlusconi (per il processo Mills, ndr) gli danno cinque anni di condanna e l’interdizione dai pubblici uffici, ed è finito il gioco per tutti”. Un gioco capace di condizionare la vita politica ed economica dell’intero paese.

 

 

 

 

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