E mentre fuori Montecitorio polizia e manifestanti si fronteggiavano, all’interno Berlusconi nell’informativa alla Camera ribadiva i concetti espressi già al Senato parlando di una maggioranza forte che “ieri per la prima volta ha ottenuto la fiducia con 317 voti, cioè con la maggioranza assoluta”. Un discorso che, a parte il passaggio sulla fiducia al Decreto Sviluppo, ha ripreso quello tenuto ieri a Palazzo Madama con il premier che ha ribadito di voler “completare il programma di governo arrivando alla scadenza naturale della legislatura”, anche perchè la sinistra “non ha leader e programma comune”. Cinque i punti programmatici da attuare da qui al 2013: federalismo fiscale, riforma della giustizia, immigrazione, sicurezza e piano per il Sud, mentre la riforma fiscale vedrà la luce in tempi brevi.
Un discorso apprezzato da Bossi, che però nel commentarlo si lascia sfuggire un “aspettiamo i fatti” che continua a far viaggiare nel dubbio l’esecutivo. E qualche problema potrebbe arrivare anche dal ministro Prestigiacomo che ha ascoltato il premier non dai banchi del governo ma dal suo posto di deputata. Critiche sono piovute dall’opposizione con il segretario del Partito Democratico Bersani che in una conferenza stampa ha dichiarato: “Abbiamo sentito le chiacchiere di un Berlusconi che sembrava al primo giorno di scuola e faceva tutti i buoni propositi che si fanno in quelle occasioni”. Per Di Pietro invece “il presidente del Consiglio ha dato l’immagine di una situazione tipo Alice nel paese delle meraviglie. E’ un paese che solo lui, nella sua mente malata e frastornata vede”, aggiungendo che “occorre immediatamente proporre un governo alternativo e passare alle elezioni per tentare di salvare il salvabile”.