Secondo una prima ricostruzione il veivolo sarebbe uscito dalla traiettoria di atterraggio compiendo un giro in aria a causa della nebbia che ostacolava la visibilità; nel tentativo di compiere un secondo giro, l’aereo avrebbe urtato dei fili dell’alta tensione e degli alberi e sarebbe poi caduto di schianto sulla strada. Sono 44 le vittime mentre i sopravvissuti sono solo 8, alcune dei quali in gravissime condizioni. Tra le vittime, otto membri dell’equipaggio (si è salvata solo un’ hostess), Vladimir Pettai, arbitro internazionale russo di 38 anni, e la madre di due bambini, Anton a Anastasia, di 9 e 14 anni, che invece sono riusciti a salvarsi e sono ora ricoverati in ospedale, così come lo zio che li attendeva all’aeroporto e ha subito un attacco cardiaco appena appreso dell’incidente.
Quello di ieri è solo l’ultimo di una lunga serie di incidenti che hanno visto coinvolto un Tupolev, un modello di aereoplano in funzione dal 1971, ai tempi dell’Unione Sovietica. Il più recente è accaduto nel 2010 quando un Tupolev-154 si schiantò a Smolensk, in un incidente che secondo quanto dichiarato da Ivanov ha diverse analogie con quello di ieri. Nello schianto persero la vita il presidente polacco, Lech Kaczynski, sua moglie e ad altre 94 persone che componevano la delegazione ufficiale polacca, era diretta a Katyn per commemorare gli ufficiali trucidati da Stalin nel 1940.