Il “via libera” era venuto e viene tutt’ora dal leader maximo del Carroccio, mentre ancora scotta la polemica sui “ministeri padani”. Umberto Bossi torna a parlare di un argomento sicuramente più interessante: la legge elettorale, e spiega ai cronisti che gli chiedono se ci sono spiragli di dialogo con l’opposizione che questa è “una delle cose su cui si puo’ ragionare. Si puo’ fare l’accordo“. Le parole di Bossi cadono a fagiolo e riecheggiano in una conferenza stampa alla Camera per la presentazione dell’ultimo libro del deputato Udc Pier Luigi Mantini, presente insieme a Pier Ferdinando Casini, al ministro della Semplificazione Roberto Calderoli (Lega) e Luciano Violante, responsabile riforme istituzionali del Pd.
“Ci ispiriamo al modello tedesco ma siamo pronti a sostenere anche il referendum elettorale per l’abolizione del premio di maggioranza, che crea una dittatura della minoranza” dichiara l’autore di “Riforme istituzionali per la Terza Repubblica“, mentre Roberto Calderoli, un fiume in piena per l’occasione, ribadisce la massima apertura del suo partito ma non prima di aver ottenuto una riforma più radicale che interessi il numero dei parlamentari e il Senato federale.
“Prima la riforma federale del Senato e poi la riforma della legge elettorale. Insomma, vedere cammello-dare tappeto. Se sara’ cosi’, allora potremo passare dal porcellum al cammellum“, chiarisce il ministro, secondo il quale la parte finale della legislatura può essere utilizzata per fare tutto ciò. E proprio a proposito del “porcellum” Calderoli sbrotta: “Mi hanno addossato tutte le colpe, ma quella legge piaceva ai segretari dei partiti, anche se si tengono nascosti” e ribadisce che non c’è chiarezza sulle alternative: “si vede girare di tutto ma nessuna proposta attuale avrebbe i voti per passare” e sottolinea una ulteriore difficoltà: “un parlamento eletto con liste bloccate sara’ diffidente verso un parlamento eleggibile con un’altra legge elettorale”. Insomma, sì al dialogo ed alle proposte ma senza dimenticarsi che bisogna sempre avere i numeri per portarle a buon fine.
Non la pensa esattamente così il leader dell’Udc Casini secondo il quale la legge elettorale e’ matura per essere al primo punto dell’ordine del giorno. E, pur apprezzando le parole di apertura che arrivano da Bossi e Calderoli, Casini ritiene che il sistema di voto debba comunque entrare quanto prima nell’agenda della maggioranza di governo. “Devono essere gli italiani a decidere i parlamentari e non devono essere i partiti a farlo per loro. E se non ci saranno altri modi, l’unica strada rimarrà il referendum del senatore Passigli“. Casini ha spiegato ancora che quella Italiana è l’unica legge elettorale che prevede lo sbarramento e il premio di maggioranza allo stesso tempo e che ritiene importante che si mantenga lo sbarramento e si introduca una norma che imponga la costituzione nelle Camere di gruppi parlamentari solo se effettivamente votati dai cittadini.
Più scettico Luciano Violante, che non crede ci siano i tempi tecnici per riforme di natura costituzionale ed aggiunge: “Non siamo disponibili a un discorso a due con nessuno esponente della maggioranza se non dopo un confronto con le forze dell’opposizione“.