Tra un oceano di cattive notizie sul fronte finanziario, ieri da Bruxelles ne è giunta una che va nella direzione di dare maggiore rassicurazione ai mercati. L’Eurogruppo ha trovato, infatti, un accordo sull’entità e il funzionamento dell’Efsf, ossia lo “European Financial Stability Facility”, il fondo europeo di stabilità, che rappresenta al momento il meccanismo di intervento nei casi di salvataggi di stati dell’Eurozona in crisi.
E’ stato deciso che il fondo passerà dagli attuali 255 miliardi di euro a 440 miliardi e sarà operativo a partire dall’1 gennaio 2012, con i nuovi meccanismi di intervento.
In sostanza, saranno incrementate le garanzie sottostanti il fondo, il cui importo è ripartito tra gli stati. Ciascuno stato dovrà presentare garanzie, pari al 165% dell’importo versato, in rialzo rispetto al 120% attuale. Un’operazione di cosiddetta “overcollateralization”, che spingerà gli stati membri a dovere aumentare l’entità delle tutele offerte. L’Italia, ad esempio, dovrà aumentare le sue garanzie di 66 miliardi, mentre la Germania di 92 miliardi.
Il funzionamento dell’Efsf sarà duplice: esso potrà concedere prestiti agli stati in difficoltà, ma anche acquistare titoli sul mercato primario, ossia alle aste degli stati, per i titoli del debito sovrano.
Quest’ultimo punto potrebbe rappresentare una novità non indifferente, perchè al ritorno degli stati già salvati sui mercati finanziari, questi potrebbero essere sostenuti proprio dal fondo europeo, per evitare speculazioni o allentare le tensioni.
Il problema, però, posto dalla Francia riguarda il rischio che l’Efsf si ponga in concorrenza con le aste sovrane degli stati membri, di fatto creando ripercussioni negative sugli investimenti in titoli del debito dell’Eurozona. Per questa ragione, si è previsto che chi compra titoli del fondo non avrà lo status di creditore privilegiato, ma la sua posizione sarà del tutto pari a un creditore di titoli di stato.