Quello che ci si aspettava è accaduto: Berlusconi risulta per la lega un alleato scomodo, anche se necessario, e Bossi ha comunque ribadito che «non è il momento di andare al voto perchè vincerebbe la sinistra». Il raduno ha anche avuto una risposta superiore alle aspettative, infatti in migliaia erano presenti per sostenere il partito del senatùr e i cori «secessione, secessione» non sono mancati, come non è mancata una risposta di Bossi: «Se la volete, preparatevi». Un “ritorno alle origini” tutto leghista, insomma.
Bossi è tornato a spingere su quelle che sono le richieste principali della Lega oggi: la riforma economica e la dislocazione dei ministeri, reclamata a gran voce dagli esponenti leghisti nelle ultime settimane. «Bisogna fare qualcosa per abbassare le tasse – grida dal palco Bossi – I soldi si possono trovare finendo le missioni di guerra che costano tantissimo. Solo la missione della Libia tra bombe e clandestini ci è costata un miliardo di euro». L’acclamazione maggiore c’è stata però quando Bossi ha parlato della leadership di Berlusconi: «Berlusconi però non dia nulla per scontato. Può darsi che la Lega dica stop». Bossi e la Lega sembrano ora più che mai convinti di una cosa: hanno il coltello dalla parte del manico.