Mangiare con i cinque sensi: il cibo non si assapora soltanto con il gusto

La buona cucina non è soltanto una questione di gusto, inteso come uno dei cinque sensi, ma essa va scelta ed “assaporata” con ognuno dei sensi a propria disposizione. Assecondare il piacere del proprio palato è un’arte che parte da molto lontano e presuppone diverse scelte fatte tramite un attento esame di tutte le proprietà dell’alimento singolarmente e poi della pietanza nel complesso, anche se non tutti se ne rendono conto.

Da domani iniziate a prestare attenzione a tutte le fasi che precedono l’atto della consumazione del cibo che, si sa, serve non soltanto a soddisfare il proprio appetito inteso in senso stretto ma anche a tutto ciò che circonda tale argomento.

Percorriamo, come esempio, tutte le fasi che precedono un pasto.

Inizialmente bisogna acquistare l’alimento desiderato ed ovviamente ciò che salta subito all’occhio, nel vero senso della parola, è l’aspetto esteriore. Si sa quindi subito riconoscere un alimento che possa essere più o meno di proprio gradimento da un altro che invece, a prima vista, non offre alcuna sensazione. Nel primo caso si verrebbe quindi attratti con lo sguardo, ma mettiamo che il desiderio nei confronti dell’alimento aumenti: ci si avvicinerebbe per toccarlo, quando è possibile, per controllare meglio la sua appetibilità. Ed ecco il tatto, tanto importante che si inizia fin da piccolissimi ad avere la necessità di manipolare il cibo per rendersi conto della sua consistenza.

Subito dopo poi, o in contemporanea, scatta il fiuto e quindi l’alimento inizia ad entrare più in contatto con il nostro desiderio di mangiarlo. L’olfatto diventa quindi uno dei sensi più importanti, alla stessa stregua del gusto, se non in certi casi anche più importante, nel rapporto con il cibo o anche con le bevande. Se il profumo non è molto di gradimento, infatti, l’attrattiva verso il cibo in questione crolla in modo vertiginoso.

Pare però che, arrivati a questo punto, dei cinque sensi a nostra disposizione ne manchi ancora uno e qualcuno potrà chiedersi: “Cosa c’entra l’udito con l’appetibilità verso il cibo?”.

I sommelier forse ne sanno qualcosa ma, per semplificare meglio l’argomento, è bene parlare di un qualcosa di commestibile e “rumoroso” comune a tutti, come ad esempio un biscotto o una fetta biscottata o un cracker. La consistenza di questi alimenti può far capire subito, anche ai meno esperti, il loro livello di bontà semplicemente con un morso o spezzandoli con le mani. E la cosa si ripete per ogni alimento, malgrado non si è spesso tanto attenti da potersene accorgere. Perché è così: il cibo non si assapora soltanto con il gusto.

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