Secondo Moody’s, infatti, in Italia, ci sarebbero alcuni problemi in vista, a causa dell’aumento previsto dei tassi di interesse e della bassa crescita, che potrebbero comportare difficoltà.
Pertanto, nel caso in cui il governo non fosse in grado di raggiungere l’ambizioso obiettivo del risanamento dei conti pubblici, sarebbe inevitabile un taglio del rating.
La minaccia di Moody’s giunge a quasi quattro settimane dopo il taglio dell’outlook di Standard & Poor’s, che era mutato da stabile a negativo, a parità di rating.
Torna ancora una volta la questione della crescita nel giudizio delle agenzie internazionali, quindi, non tanto il debito pubblico in sè. La preoccupazione sarebbe cioè che, nonostante gli sforzi per risanare i conti, la bassa crescita di cui l’Italia è caratterizzata ormai da anni, non consentirebbe un alleggerimento del peso del debito.
Bisogna, a questo punto, verificare quali possano essere le conseguenze, in termini di reazioni a Piazza Affari, ma soprattutto sui titoli italiani del debito, dato che lunedì è prevista un’asta di BoT e CTz e martedì un’altra di BTp e CcT. Le tensioni di queste settimane e la minaccia specifica dell’agenzia potrebbero determinare una crescita dei rendimenti, sebbene dopo il taglio dell’outlook di S&P un mese fa, l’asta successiva dei titoli italiani non ne avesse risentito, anzi, i rendimenti erano leggermente scesi.