Giornate drammatiche ad Atene, a rischio bancarotta, stretta tra le proteste incessanti della piazza e le richieste diametralmente opposte dell’Unione Europea e Fondo Monetario. Il governo Papandreou si trova in una situazione delicatissima e ogni sua mossa viene studiata con attenzione dai mercati e da Bruxelles, che teme un effetto contagio del dissesto greco. Due sere fa, dopo lo sciopero generale che ha paralizzato la capitale e che ha visto il ferimento di trenta persone, tra cui un agente che ha perso diverse dita di una mano, il premier George Papandreou aveva annunciato un rimpasto di governo, dopo avere invano invocato un governo di unità nazionale con i conservatori di “Nea Demokratia”. A circa 36 ore di distanza, indiscrezioni vorrebbero che la nuova squadra sia quasi del tutto pronta, coinvolgendo figure tecniche e in bilico ci sarebbe il posto del ministro delle finanze, Papacostantinou, oggetto di forti critiche dalla minoranza interna al partito socialista Pasok, che minaccia di non votare la manovra di austerità concordata con la UE.
Martedì, Papandreou dovrebbe chiedere il voto di fiducia al fine di non mollare e garantire la governabilità della Grecia in una fase così tragica per il Paese. E’ questo il senso del discorso che il premier avrebbe tenuto davanti ai suoi parlamentari stamattina alle ore 7, cercando di trovare un’unità interna sempre più a rischio. I socialisti, infatti, godono di una maggioranza assoluta di 155 seggi su 300, ma un deputato ha già lasciato il partito, in polemica con Papandreou e la sua politica economica, e un altro ha già annunciato che non voterà la manovra di 28 miliardi di tagli alla spesa pubblica (pari a oltre il 12% del pil), così come le privatizzazioni e l’aumento delle imposte su salari e stipendi.
Il varo di un governo con ministri tecnici sarebbe anche un passo avanti nella direzione di un dialogo con l’opposizione, che aveva chiesto un premier tecnico, chiedendo le dimissioni di Papandreou. Ma la vera preoccupazione per la tenuta del governo è tutta interna ai socialisti, che temono un tracollo elettorale, con le piazze affollate a lanciare arance e altro al passaggio dell’auto del premier e dei suoi ministri.