Insomma, anche negli USA si segue con attenzione il disastro ellenico, temendo che l’economia americana, già fortemente rallentata negli ultimi mesi, possa subire contraccolpi violenti, che l’amministrazione Obama non potrebbe permettersi a un anno dalle elezioni presidenziali.
Frutto dei tempi, se la Grecia spaventa la superpotenza mondiale, distante circa 12 mila chilometri. Intanto, il Fondo Monetario Internazionale fa sapere che già la prossima settimana potrebbe concedere la quinta tranche degli aiuti già stabiliti l’anno scorso e pari a 12 miliardi, rassicurato dall’impegno europeo di gestire la situazione.
Non nuovi aiuti, quindi, ma siamo ancora ai famosi 110 miliardi, già promessi 13 mesi fa. In realtà, per salvare Atene, ci potrebbe essere il bisogno di una cifra quasi altrettanto alta, il che è oggetto di una dura contrattazione tra Atene e UE da una parte, e all’interno della UE, dall’altra, con i tedeschi che sarebbero disponibili a sganciare nuova liquidità, solo a patto che gli investitori privati (banche) si assumessero parte dell’onere, accettando di sottoscrivere un allungamento dei bond alla scadenza per circa sette anni, ciò che la BCE e le agenzie internazionali di rating giudicano un “default mascherato”…e neanche molto bene.