Rischia di divenire un caso diplomatico quello della nomina a governatore della BCE dell’italiano Mario Draghi. Ufficialmente, l’investiturà dovrà avvenire il 23-24 di questo mese, quando l’Eurogruppo si riunirà a Bruxelles. Una volta nominato governatore, Draghi dovrà attendere il mese di ottobre per insediarsi, poichè alla fine di quel mese scade il mandato di Jean-Claude Trichet.
A quel punto, però, ci sarebbero nel board di Francoforte due componenti italiani, lo stesso Draghi, con funzioni di presidente e Lorenzo Bini Smaghi, che attualmente è rappresentante per l’Italia all’interno del comitato esecutivo. Tuttavia, i francesi non avrebbero più così un loro rappresentante, andato via Trichet, per cui, per ragioni di equilibrio, Bini Smaghi dovrebbe dimettersi per lasciare il posto a un uomo francese.
Queste sono state le previsioni, fino ad oggi. Se non chè, lo stesso banchiere italiano, da qualche settimana, raggiunto dai giornalisti che gli chiedevano la data in cui si sarebbe dimesso, ha risposto che finirà tutto il suo mandato, non avendo alcuna intenzione di lasciare. Una vera grana per il governo di Roma, se queste parole si concretizzassero, in quanto nessuno avrebbe il potere di rimuoverlo; si tratterebbe solo di un fatto informale, di galateo istituzionale, ma in nessun punto del Trattato istitutivo della BCE si parla di questo cambio.
Indiscrezioni, però, vorrebbero che Bini Smaghi tenga duro per ancora un pò di tempo, in modo tale da fare salire le proprie quotazioni, per diventare il successore di Mario Draghi a Palazzo Koch. Insomma, una sorta di ricatto all’italiana, per premere sul governo in favore di una sua nomina a governatore di Bankitalia.