Gli hamburger che vengono prodotti dalle industrie, e che poi vengono venduti nei supermercati, non devono riportare in via obbligatoria l’indicazione d’origine in etichetta. A denunciarlo è la Coldiretti dopo aver appreso sia dei casi di infezione da batterio killer di bambini in Francia, sia dopo che in Italia i Nas hanno sequestrato delle grosse partite di hamburger surgelati. Di conseguenza, l’organizzazione degli agricoltori è tornata a chiedere che ci sia un pronto adeguamento della normativa a tutela della salute; a non riportare l’obbligo dell’indicazione d’origine in etichetta sono proprio quei prodotti che sono a base di carne bovina macinata ed anche solo leggermente trasformati con l’aggiunta di spezie e/o farina e pangrattato.
Secondo la Coldiretti l’attuale normativa sull’etichettatura è foriera di inganni ai danni prima dei consumatori, e poi dei produttori di carne made in Italy. Questo perché, proprio per effetto dell’operazione di trasformazione della carne bovina, non è obbligatoria l’indicazione in etichetta dell’origine della materia prima, ma solo il nome dello stabilimento da dove è uscito il prodotto. Con la conseguenza che diventa facile spacciare per italiano un prodotto che non lo è in quanto importato.
Se invece non c’è la lavorazione della carne come sopra indicato, allora tutto cambia. Ad esempio, porta a conoscenza la Coldiretti, c’è l’indicazione obbligatoria dell’origine per gli hamburger di carne macinata fresca che viene trattata solo termicamente, ovverosia tramite la surgelazione; e lo stesso dicasi anche per la classica vaschetta refrigerata che possiamo trovare sia dal macellaio, sia al banco frigo dei supermercati.