E, in una deposizione di qualche giorno prima, Bisignani chiama in causa Italo Bocchino, affermando: “Un giorno Bocchino mi disse di aver appreso che Papa era indagato e che a Napoli c’era una indagine e delle intercettazioni che riguardava alcune schede procurate e diffuse dal Papa. Bocchino – continua Bisignani – parlò espressamente di una indagine di Napoli ma non fece mai il nome dei magistrati”. Lo stesso esponente di Futuro e Libertà ha smentito questa tesi sostenendo davanti ai giudici che le affermazioni che riporta Bisignani erano relative a diversi colloqui avuti dal vicepresidente di Futuro e Libertà con l’uomo d’affare: nel primo riferiva di voci circa presunte indagini su Papa, mentre nel secondo parlava quando il caso era stato riportato già da tutti i giornali.
Intanto fioccano le reazioni alla vicenda che rischia di sconvolgere il mondo politico, con Pierferdinando Casini che difende a spada tratta Gianni Letta, mostrandosi pronto a mettere la mano sul fuoco per la “sua onesta e correttezza“, mentre gli esponenti del Pdl parlano con Bondi di clima vendicativo e rincarano la dose con Cicchitto che a “Libero” afferma che “la magistratura sta approfittando delle difficoltà della maggioranza per rilanciare l’attacco della cavalleria giudiziaria”. Di tutt’altro tenore invece le dichiarazioni di Antonio Di Pietro che è tornato agli anni di Tangentopoli affermando che “la questione morale da quel lontano febbraio 1992 non si è mai chiusa perché ci sono sempre gli stessi personaggi che si propongono e ripropongono per fare il bello e il cattivo tempo”.