E Sallusti fece la fine di Feltri: sospeso per due mesi dall’Ordine dei Giornalisti

La notizia ha indubbiamente dei risvolti “fantozziani”: il direttore del quotidiano “Il Giornale” Alessandro Sallusti sospeso per 2 mesi dall’Odg, provvedimento scaturito dall’approfondimento di una lamentela del precedente direttore, Vittorio Feltri, a sua volta sospeso per aver permesso la scrittura di articoli da parte di Renato Farina (radiato dall’ordine), ossia una identica motivazione addotta anche per l’attuale sanzione a Sallusti, ma andiamo con ordine per capire meglio cosa sia successo.

La  “Società Pannunzio per la libertà di informazione” (una sorta di “osservatorio su stampa e Tv) nel 2009 presentò un esposto all’Odg di Milano contro l’allora direttore del “Il Giornale”, Vittorio Feltri, per “gravi violazioni della deontologia” in relazione al celebre “caso Boffo” e sull’attività del collaboratore Renato Farina, in seguito alla sua espulsione dall’ordine per i suoi rapporti con i servizi segreti (la legge 801/77 ne fa divieto ai giornalisti) ed a Marzo del 2010 il Consiglio dell’ordine aveva sospeso per 6 mesi Feltri, pena poi ridotta a 3. Ora la stessa Società Pannunzio fa sapere con un comunicato stampa che nell’aprile del 2010 decise di interpellare nuovamente il Consiglio dell’Ordine della Lombardia per sanare una palese disparità di trattamento “…in seguito alle legittime recriminazioni sollevate da Vittorio Feltri […] il quale lamentava dalle colonne del settimanale ‘Panorama’ dell’8 aprile 2010 che il collega Sallusti – pur avendo commesso la medesima violazione nell’aver consentito a Renato Farina di scrivere con regolarità sul quotidiano ‘Libero’- non fosse stato in alcun modo sanzionato…”.

Ecco quindi la spiegazione del provvedimento arrivato anche per Sallusti, una sorta di involontario “fuoco amico” scaturito dal collega e che oggi produce la soddisfazione della Società Pannunzio che scrive di una riaffermazione del principio “la legge è uguale per tutti” e della vittoria di una “associazione di cittadini-lettori che ha preteso ed ottenuto il rispetto del diritto a un’informazione corretta“.

Non si è fatta attendere la replica dell’interessato che parla di “persecuzione giudiziaria nei confronti dei giornalisti del Giornale e più in generale, di tutti i giornalisti cosiddetti di centrodestra” annunciando immediato ricorso e definendo: la sentenza “vergognosa e inconcepibile”. Altre reazioni provengono dal portavoce del Pdl Daniele Capezzone che ritiene “abnorme” la sanzione: “mi auguro che gli stessi uomini dell’Ordine dei Giornalisti se ne rendano conto, così si lede una libertà fondamentale, quella di parola e di espressione” mentre Maurizio Lupi attende “che i difensori della libertà di stampa si indignino e facciano manifestazioni contro l’ingiusta sospensione del direttore Sallusti” e conclude con un riferimento (forse a Santoro) sulla “…politica dei due pesi e due misure. Qualcuno può permettersi di dire ciò che vuole, come vuole, usando mezzi pubblici come la Rai. Altri devono tacere”.

Si potrebbe far notare a Lupi, Capezzone, ed altri eventuali che quando Santoro è stato costretto ad allontanarsi pochi giorni fa dal servizio pubblico (senza ad oggi alcuna garanzia di ritorno in Tv, non solo per 2 mesi) c’era chi, dagli ambienti del Pdl e dai giornali della stessa area politica, parlava soddisfatto di una “cacciata“, chi si diceva “infastidito” dal risalto dato alla notizia e chi addirittura si lasciava andare a cori da stadio in forma di titoloni e festeggiamenti, facendo sarcasmo sul “vittimismo” della sinistra ed evocando anzi una ristabilita “giustizia” in Rai. I due pesi e due misure andrebbero, forse, piuttosto ricercati negli atteggiamenti di cui sopra.

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