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Categorie: News

Referendum, sul web domina lo sberleffo

Published by
Bruno De Santis

Dalle urne arriva la seconda batosta in meno di un mese per il premier Silvio Berlusconi e gran parte del merito, a sentire quello che dicono gli esperti, va al web. E in effetti la rete ha contribuito in misura notevole a diffondersi della battaglia referendaria, supplendo in qualche modo alla carente informazione messa in piede dalla televisione. Da Facebook a twitter, dai semplici utenti a gruppi organizzati, gli internauti hanno battuto il grande comunicatore Berlusconi; lui, che che possiede giornali e tv e che ha sempre fatto della capacità di comunicare uno dei perni della sua ascesa politica, si è visto superare  sul proprio terreno dagli utenti della rete, capaci di sfruttare al meglio la potenza e la diffusione dei social network. Così dopo settimane di “battaglia”, ecco che la rete si gode la sua vittoria e lo fa puntando tutto sull’ironia: subito dopo la notizia del raggiungimento del quorum, i siti sono stati inondati di video e foto che ironizzavano sulla vittoria dei sì e soprattutto si facevano beffe dello sconfitto Berlusconi.

Si parte con la sigla, con una musica ben conosciuta dal premier, quella del “Pranzo è servito”; il titolo però è cambiato per l’occasione in “Il quorum  è servito” e le immagini di sottofondo non lasciano spazio a dubbi di interpretazione. Ma il video cult, quello che sta facendo letteralmente impazzire la rete, è quello che riprende una scena del film ‘L’aereo più pazzo del mondo’, mostrando la reazione dei collaboratori del premier al risultato dei referendum.  E non è finita qui, perché c’è chi riprende una scena di un film con Alberto Sordi e utilizza il comico romano per mandare un invito al governo: “Ve ne dovete annà”. E non mancano i fotomontaggi:  in uno è ritratto Berlusconi con sotto la scritta “Colpito al quorum” mentre in un altro un premier malconcio espone un cartello con scritto “vi prego basta”; infine spazio anche agli slogan come  “Si, si, si, si, Legittimo godimento”.

E poco importa se il Presidente del Consiglio non sembra avere nessuna voglia di prendere in considerazione l’ipotesi di dimissioni: la rete lo vede già in versione faraone “Mo Sbarak”.

Published by
Bruno De Santis