Quella di ieri, lunedì 13 giugno del 2011, è stata una giornata a dir poco trionfale e di grande riscatto per tutti coloro che in Italia, partiti politici, associazioni e semplici cittadini convinti, hanno promosso e sostenuto il “Sì” per i quattro quesiti abrogativi del referendum. Con un quorum ampio, e con percentuali di “Sì” bulgare, è stato letteralmente spazzato via il legittimo impedimento, ma anche l’assalto all’acqua da parte dei privati ed ogni proposito di ritorno al nucleare in Italia, almeno per i prossimi cinque anni. E adesso, che cosa succede nei fatti?
Ebbene, per quel che riguarda l’acqua il Codacons ha le idee molto ma molto chiare visto che ha chiesto un’immediata discesa delle bollette almeno di un 7% medio; altrimenti, in assenza dell’applicazione dell’esito del referendum, l’Associazione si è dichiarata sin da ora pronta ad avviare a tutela dei cittadini/consumatori e delle famiglie un’azione collettiva risarcitoria, ovverosia una class action.
Al riguardo il Codacons ritiene che il quesito per cui è scattata l’abrogazione di Legge è così chiaro che non possono esserci fraintendimenti o vuoti normativi nel momento in cui entrerà in vigore dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Ma l’Associazione, tra l’altro, nel caso in cui i gestori dell’acqua non si adegueranno non solo, con la class action, chiederà la restituzione delle maggiorazioni, ma anche a favore dei cittadini un congruo risarcimento del danno. Con la vittoria dei SI’ di ieri, infatti, i privati non possono gestire l’acqua, così come non è ammessa l’applicazione di maggiorazioni sulla tariffa in funzione degli investimenti effettuati.