Grecia, S&P declassa Atene a ccc

E’ inarrestabile la discesa negli abissi della Grecia, che ieri ha ricevuto un’altra brutta notizia sul fronte dei mercati finanziari, con la più importante agenzia di rating, Standard & Poor’s, che ha declassato il suo debito pubblico da “b” a “ccc”, facendo scendere la relativa valutazione di ben tre gradini.

Il rating greco, dunque, è a livelli di valutazione molto al di sotto di “junk” o “spazzatura”. In sostanza, secondo le agenzie di rating internazionali, i titoli del debito di Atene valgono meno della carta straccia ai cassonetti dell’immondizia, perchè sono quasi certe, quali che siano le decisioni europee, che la Grecia dovrà ricorrere a uno o più default, peraltro imminenti.

Non c’è alcuna fiducia sul governo di Papandreou, in caduta libera di consensi, affinchè esso possa affrontare seriamente il problema del risanamento. Troppo forti le opposizioni delle piazze e il timore è che la politica greca non abbia la possibilità di guidare una riduzione sufficiente del deficit, portando il Paese nel baratro.

Voci non ufficiali parlano del licenziamento di 150 mila dipendenti pubblici, dell’aumento delle ore di lavoro da 37,5 a 40 settimanali, di ulteriori tagli per 4 miliardi entro il 2015. Ma per fare tutto ciò c’è bisogno di un governo solido e stabile, mentre la situazione va verso una gran confusione, su tutti i fronti.

E poco importa se oggi l’Eurogruppo dovesse sbloccare gli aiuti europei. Ormai, l’ipotesi tedesca di un allungamento delle scadenza dei titoli greci di almeno sette anni sembra persino la più soft per i mercati. Il peggio, insomma, potrebbe arrivare. E molto presto!

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